Individuazione dell’alopecia e i principali trattamenti medici

Dal momento in cui si notano i primi sintomi ed effetti di un’alopecia androgenetica al raggiungimento di un rimedio efficace, passano in genere da molti mesi ad alcuni anni. Nella prima fase compare il dubbio quando si inizia a notare una perdita di capelli o un diradamento sospetto. Spesso ci si rivolge al parrucchiere ancora prima di effettuare un consulto medico. Tuttavia, anche in questo secondo caso il medico non tricologo può erroneamente attribuire la perdita di capelli a cause diverse da un inizio di alopecia androgenetica.

Solo quando ci si rivolge ad un dermatologo specializzato e si inizia una terapia mirata si può sperare di ottenere uno stop alla caduta di capelli; con eventuale recupero dei bulbi sofferenti.

È importante sottolineare che le attuali terapie farmacologiche (basate sostanzialmente sull’applicazione topica di Minoxidil e somministrazione di Finasteride) non sono in grado di salvare bulbi piliferi ormai irrimediabilmente compromessi dall’alopecia avanzata; né tanto meno di stimolare la formazione di nuovi bulbi. La perdita di capelli nell’alopecia comune o androgenetica avviene per opera di una trasformazione nel bulbo pilifero del testosterone in diidrotestosterone (DHT) a causa dell’enzima 5 alpha reduttasi. La Finasteride interviene su questo meccanismo inibendo l’azione del 5 alpha reduttasi. E di conseguenza la relativa produzione di DHT nel bulbo che non subirà più danni da parte di quest’ultimo.

Va ricordato che questo farmaco è efficace solo nel tempo in cui viene assunto. La sua sospensione riattiva l’alopecia androgenetica, motivo per il quale alcune persone affette da calvizia preferiscono farne uso a vita o per molti anni.

Scegliere di infoltire i capelli attraverso l’autotrapianto

trapianto-frontale-capelli Risolvere la calvizia attraverso l’intervento chirurgico di autotrapianto di capelli può essere una scelta vincente e definitiva. E’ una soluzione che ancora oggi viene demonizzata da molte persone spesso non informate a sufficienza. Di conseguenza si finisce per condizionare negativamente il proprio amico, conoscente o familiare sulla scelta di intraprendere questo percorso.

Va anche detto però che, come nella tricopigmentazione, l’autotrapianto di capelli ottiene risultati di elevata qualità laddove ci si affida ad operatori specializzati, esperti e competenti. trapianto-unita-follicolareNon è raro che un paziente sia insoddisfatto degli effetti di un autotrapianto, ma questo può avvenire, oltre che per limitazioni oggettive legate alla propria situazione clinica, anche per una inadeguata preparazione del chirurgo. E’ fondamentale documentarsi sul conto del chirurgo al quale ci si rivolge, visionando i casi e appurandone l’esperienza. E’ opportuno rivolgersi al chirurgo che tratta sempre o frequentemente l’autotrapianto di capelli piuttosto che a colui che si occupa di interventi estetici in generale.

Tricopigmentazione sinergica al trapianto

Effettuare un trapianto di cappelli può risolvere in modo definitivo l’alopecia perchè i capelli trapiantati sono immuni dagli effetti del DHT. È anche vero, però, che un’area donatrice povera di bulbi può limitare di molto la densità di capelli della zona trapiantata e lasciare intravedere ancora una trasparenza sul cuoio capelluto. tricpigmentazione-trapianto-capelliQuesto è uno dei casi in cui la tricopigmentazione risulta un valido alleato del trapianto perchè riesce a potenziare l’effetto coprente simulando una chioma più folta. Parliamo quindi di tricopigmentazione con effetto densità: quando il capello viene lasciato lungo o di effetto rasato; quando nonostante il trapianto si preferisce mantenere un capello raso pelle supportato da pigmentazione.

La tricopigmentazione come complemento dell’autotrapianto è una scelta valida che non interferisce in alcun modo con un trapianto di capelli, al contrario è una delle armi più efficaci nel mascherare le inevitabili cicatrici da autotrapianto, in modo sicuro e naturale, aumentando la quantità di capelli percepita alla vista.

La tricopigmentazione come soluzione alternativa

Possono esserci casi in cui il chirurgo non reputi come idoneo un trapianto per risolvere un caso di alopecia androgenetica. Questo può verificarsi ad esempio quando l’area donatrice non possiede sufficienti bulbi da permettere una copertura soddisfacente delle zone calve/diradate. Oppure quando il diradamento è ancora fortemente in atto e, non potendo prevedere l’ampiezza finale dell’area compromessa in futuro, si preferisce non intaccare da subito il bacino di unità follicolari disponibili.

La tricopigmentazione semipermanente, in questi casi, è una alternativa temporanea o definitiva al trapianto. La realizzazione di un effetto di qualità riesce a simulare in modo ottimale la presenza di capelli. Questo senza condizionare lo stile di vita della persona che si sottopone, con tempi, costi e disagi notevolmente più ridotti rispetto ad un trapianto di capelli.

Le principali soluzioni contro la calvizia devono essere sempre considerando tutto il quadro clinico del cliente. Criteri come la sua storia, le sue abitudini, le aspettative e lo stato dell’alopecia. Il quadro complessivo valutato da più figure specializzate (il dermatologo tricologo, il chirurgo specializzato, il tricopigmentista…) permette di cogliere il percorso e le soluzioni migliori; queste ultime tra loro possono essere sia alternative che complementari. Un consulto offerto da un professionista esperto può essere determinante nel risolvere una calvizia o comprometterla; piuttosto che da uno che accontenta il cliente a prescindere dalla sua situazione clinica.

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